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Piazza Venezia è una celebre piazza di Roma. È situata ai piedi del Campidoglio, dove si incrociano alcune fra le più importanti strade del centro della capitale: via dei Fori Imperiali, via del Corso, via del Plebiscito.

 

La piazza

L'aspetto attuale della piazza deriva largamente dagli interventi di demolizione e ricostruzione realizzati tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Va ricordato in particolare il Vittoriano, costruito appunto a cavallo dei due secoli, colossale monumento a Vittorio Emanuele II (spesso erroneamente identificato con l'Altare della Patria, che in realtà ne è solo una parte), scherzosamente soprannominato Macchina per scrivere. Per realizzare l'enorme complesso si dovettero abbattere antiche costruzioni, tra cui il monastero dell'Aracoeli e la Torre di Paolo III; nell'immediata vigilia dell'inaugurazione (1911) venne spostato il palazzetto Venezia che, saldato all'angolo sudorientale di palazzo Venezia si frapponeva tra il monumento e la piazza, e uno dei più bei palazzi di Roma, la lussuosa residenza dei Torlonia (già demolita nel 1900). Il Vittoriano conserva i resti del Milite Ignoto, a ricordo dei soldati caduti senza degna sepoltura, vegliati incessantemente da due militari e da una fiamma sempre accesa. Il complesso del Vittoriano ospita periodicamente importanti mostre, oltre al Sacrario delle bandiere.

Mussolini proclama la nascita dell'Impero il 9 maggio 1936 da Palazzo Venezia

Sul lato ovest è la facciata del Palazzo Venezia, che fu inizialmente sede pontificia: papa Giulio II assisteva dal balcone del palazzo alla corsa dei cavalli barberi, che fino al 1883 si disputava lungo via del Corso e terminava nei pressi della piazza, nella scomparsa Via della Ripresa dei barberi. Successivamente, dal 1564 al 1797, ospitò la rappresentanza veneziana presso lo Stato Pontificio. Quando il Congresso di Vienna assegnò agli Asburgo i territori della Serenissima, anche il palazzo seguì la stessa sorte e funse da ambasciata dell'Impero Austro-Ungarico fino al 1914, quando fu confiscato dallo Stato.

Nel 1929 Benito Mussolini lo scelse come sede del Governo e dal balcone pronunciava i suoi discorsi alle "adunate oceaniche" fasciste. Per questa ragione, la piazza, divenuta centro della città, fu proclamata "Foro d'Italia"[1].

Di fronte al palazzo Venezia è stato innalzato, ai primi del Novecento, il Palazzo delle Assicurazioni Generali, la cui facciata (architetto Giuseppe Sacconi) riprende le linee essenziali del più antico palazzo che lo fronteggia; è ornato da un leone di San Marco prelevato da un bastione delle mura di Padova. Esso venne costruito in posizione arretrata rispetto agli edifici demoliti, i palazzi Paracciani-Nepoti, Del Nero-Bolognetti-Torlonia (di Carlo Fontana) e Frangipane-Vincenzi, che erano situati sull'asse di Via del Corso: la piazza, ormai punto nodale delle nuove vie realizzate per Roma capitale, venne così considerevolmente ampliata.[2]

Oltre a Palazzo Venezia, della sistemazione originaria della piazza si è conservato il lato nord con il Palazzo Bonaparte, dove visse dal 1818 fino alla morte Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Dietro il balconcino coperto (detto "mignano") che ancora oggi si fa notare sull'angolo con via del Corso, la vecchia signora - che faceva vita ritiratissima - passava le giornate osservando la vita della piazza sottostante (allora assai più stretta e irregolare). Quando, molto vecchia, era divenuta cieca non rinunciò al suo passatempo, e si faceva raccontare la vita di strada dalla sua governante[3].

Durante il periodo natalizio nella piazza è collocato un grande abete decorato (spostato dal 2006 a Piazza del Colosseo di fronte all'uscita della metro Colosseo a causa dei lavori di costruzione della nuova linea di metropolitana), mentre all'incrocio con via del Corso la pedana rialzata per i vigili urbani è da anni elemento di ispirazione per molti film e spot pubblicitari.

A inizio di settembre 2009 era stata proposta la reintitolazione come «Piazza dell'Unità d'Italia» nel 2011, in occasione del 150º anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, proposta poi bocciata.



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